Parlare oggi di quello che è successo nelle ultime 36 ore è veramente difficile; ammiro profondamente chi, senza avere nessuna informazione certa, aveva già le ricette per risolvere il problema dei treni, quello degli attacchi suicidi e anche quello dei colpi di stato “beffa”. Complimenti, io tutte queste ricette pronte non le ho, e non le trovo da nessuna parte.
Continua, però, una dicotomia piuttosto strana, quando si parla di attentati di “matrice islamista”: se succedono in Occidente, ci armiamo di fiaccole, bandiere, lacrime artificiali, soluzioni finali più o meno credibili, se succedono “da loro”, poco importa, signora mia, se la sono cercata.
Perché dico questa cosa? Perché, giustamente, qualcuno faceva notare che le prime vittime della strage di Nizza sono stati i bambini; vero, assolutamente vero. E la foto della bambina morta con vicino la bambola di pezza è estremamente significativa; ma, almeno per me, non lo è di più delle tante, troppe, dimenticate morti di bambini sotto i bombardamenti in Iraq o in Siria, o morti per gli attentati di matrice islamista che ci sono in continuazione nel mondo, non solo a Nizza. Per dire questo mi sono documentato (oggi non è difficile, basta avere un po’ di tempo e un buon computer e trovi tutto, ovviamente evitando i siti satirici e quelli che scrivono apposta stupidate) e, solo nel mese di luglio di quest’anno, ho trovato traccia di 85 (!!) attentati di vario tipo in 15 giorni. Questi attentati si sono verificati in: Bahrain (1), Israele (3), Congo (2), Kenya (2), Iraq (22), Bangladesh (4), Venezuela (1), Pakistan (1), Siria (8), Afghanistan (6), Somalia (6), Libia (3), Ucraina (2), Arabia Saudita (4), Nigeria (5), Indonesia (1), Tailandia (2), Yemen (1), Turchia (1), Egitto (2), Stati Uniti (2), Mali (2) Filippine (1) e Francia (1), a cui possiamo aggiungere anche il colpo di Stato in Turchia.
E’ praticamente impossibile dire il numero delle vittime, perché in molto casi risulta sconosciuto: questo perché in Iraq e in Siria l’uso del mezzo di trasporto carico di dinamite è molto comune, lanciati in mezzo alla folla questi attentati fanno letteralmente a pezzi le persone, compresi i bambini.
Questo elenco da brivido mi serve solo per dire una cosa che non restringe le responsabilità ma le allarga a dismisura, anche perché buona parte di questi attentati sono riconducibili alla matrice islamica, IS o Boko Haram che sia. La strategia di questi bastardi è farci paura, dimostrando che siamo vulnerabili, ma anche dire che la violenza vince su tutto, anche a casa loro. Se non ti allinei a quello che ti diciamo, noi ti ammazziamo e basta. Direi che ci stanno riuscendo benissimo a farci paura, attaccando le spiagge, le feste, gli stadi, i ristoranti, tutte cose, però, che in Siria e in Iraq non ci sono più da tempo immemore e non possiamo dire di essere immuni da colpe, avendo armato la mano di tanti senza capire che stavamo armando quelli che poi sarebbero venuti a ucciderci senza pietà. Esattamente quello che fanno tra di loro, né più né meno. Allora, torno su quanto umilmente dissi dopo le stragi di Parigi: questi bastardi sono ben armati, hanno denaro, organizzazione militare e logistica, hanno mezzi di informazione, e chi fornisce loro tutto questo? Abbiamo messo in piedi un embargo ridicolo contro la Russia, ma non mettiamo nessun embargo contro i Paesi che, secondo gli analisti internazionali, armano le mani assassine: Iran, Kuwait, Yemen, Arabia Saudita, Libia, e chissà chi altro. Perché? Io non ho la risposta, così come non saprei dire quale sia la soluzione a questa roba che dobbiamo chiamare con il suo nome: guerra.
Forse quelli che hanno almeno la mia età sono abituati a pensare alle guerre di trincea, quelle dove il nemico lo vedevi a pochi metri da te, le guerre eroiche di chi si lanciava contro le baionette nemiche. Oggi non è più così, siamo in guerra (e non da oggi) e io sento soluzioni che, a voler essere buoni, non capisco, ma forse perché sono ignorante io.
Soluzioni “morbide”: dobbiamo migliorare il processo di integrazione, accogliamo tutti, facciamo vincere la cultura e altre baggianate del genere. Ma come fai a pensare che la cultura possa essere vincente davanti a bastardi che distruggono la storia (Egitto, Siria, Afghanistan) solo perché quei monumenti rappresentano un passato che loro ritengono “impuro”? Come fai a pensare che ci debba essere reciproca tolleranza se copri le statue quando il tiranno iraniano viene in visita in Italia? Che si debba pensare ad una integrazione diversa posso essere d’accordo, ma come farla non saprei; non vedo e non sento soluzioni di lungo periodo.
Soluzioni “dure”: mandiamoli tutti a casa loro, chiudiamo le frontiere e sganciamo la bomba atomica per ammazzarli tutti. I musulmani nel mondo sono circa 1 miliardo e mezzo di persone, molti sono già proprietari di alberghi, spiagge, squadre di calcio, banche, porti, compagnie aeree, assicurazioni, e chissà cosa di altro. E come ce li mandi a casa loro? Come mandi a casa quelli di seconda, terza generazione nati e cresciuti in Europa o negli Usa? Come mandi a casa i domestici, le donne delle pulizie, i pizzaioli, e tutti quelli che fanno lavoro di qualunque tipo qui da noi?
Io non ho soluzioni, non ho ricette né facili né difficili, ho solo tanta paura. Ero al concerto di Lionel Richie due sere fa a Caracalla, e confesso che mi guardavo intorno non proprio tranquillo, ho rinunciato ad andare ieri sera al concerto di Neil Young e stasera a quello di Bruce Springsteen: per uno nato con il rock e la west coast music come me è difficile, ma sta vincendo la paura. E intorno a me sento tanti che, magari senza dirlo, non prendono la metropolitana, o evitano i luoghi affollati, perché sta vincendo la paura.
Intanto rimane il dolore per tutti quelli che, in tante parti del mondo, trovano la morte solo perché stavano andando a comprare il pane, o stavano guardando i fuochi artificiali. Orrore puro.