Pizza e riscossa

Stasera vi voglio consigliare un libro, che è molto di più di qualche pagina scritta bene, ma è un perfetto esempio di come si possa raccontare con orgoglio, semplicità e efficacia il tema (mai abbastanza analizzato) della disabilità.

L’autore è Nico Acampora, un Uomo geniale e con una volontà di ferro: anni fa si è inventato una pizzeria gestita da ragazzi autistici, PizzAut. Sembrava una cosa irreale, ma se hai in casa un ragazzo autistico, la volontà e il coraggio non possono mancare. Il libro racconta con grande semplicità questa idea che all’inizio fu definita da tutti “una follia”. Certo, è una follia, ma di quelle lucide, razionali (per quanto possibile), sostenuta da una determinazione invidiabile, che ha portato Acampora ad aprire due pizzerie gestite interamente da ragazzi autistici, che oggi lavorano con successo e orgoglio, cioè hanno superato quel muro di paura che li attanaglia solitamente.

Ho avuto occasione di incontrare, per pura caso, Acampora ed alcuni dei suoi ragazzi a Roma, prima che andassero in TV da Mara Venier: un incontro fatto di sorrisi, di orgoglio, di concretezza e di serenità, tutti elementi che di solito sono molto lontani dall’universo chiuso che isola questi ragazzi.

Ieri ho visto un post di Acampora che, emozionato come pochi, descriveva il primo approccio al tavolo di suo figlio, malato di una forma severa di autismo; il ragazzo prende le comande al tavolo, poco importa se giuste o sbagliate, perché per lui l’importante era fare quel passo fuori dai suoi limiti.

Come giustamente dice Nico, se i ragazzi al vostro tavolo sbagliano qualcosa, non correggeteli, lasciateli fare perché solo così possono superare i loro limiti.

Questi ragazzi hanno avuto tra i loro ospiti Papa Francesco, il Presidente Mattarella e molti altri e adesso stanno andando a New York per preparare la pizza al Palazzo di Vetro ONU. Vi rendete conto di che razza di successo stanno facendo? Ma non per i loro ospiti, ma per loro stessi!

Leggete il libro, provate a calarvi nella realtà che viene descritta, e forse capirete perché le classi differenziate sono un’idea fuori dal mondo.

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