Qualcuno potrebbe pensare che “giorno 56” sia l’ultimo, visto che domani c’è una specie “tana libera tutti”: no, non sarà così e io continuerò ad intitolare questi miei pensieri in libertà “zona rossa” fino a che questa emergenza non sarà davvero finita, e non è oggi.
Ci sono anche oggi alcuni spunti che definirei interessanti, ma mi limito ad uno, quello più evidente: la cura con il plasma.
Come già successo per almeno 328 farmaci in questi giorni, siamo qui a dire che “c’è la cura ma nessuno ne parla”, “abbiamo la soluzione ma Conte non la vuole”, “Bill Gates ha fatto in modo che non si sappia”, “il vaccino non serve perché c’è la cura”, “non ne parla nessuno perché non costa niente e e nessuno ci guadagna” e altre amenità del genere.
Io, nel mio piccolo, provo a farei un po’ di chiarezza.
Le cure con il plasma non sono una novità, si usano già da tempo, ad esempio per le neuropatie. Quindi, per chi è del settore, nulla di nuovo sotto il sole, ma questo vuole dire poco. Certo, ci sono alcuni ospedali che stanno provando a curare pazienti Covd19 con questo tipo di terapia, e pare ci siano buoni risultati, nessuno lo nega.
Ma ci sono alcuno aspetti che credo vadano chiariti o perlomeno discussi.
Prima di tutto siamo in fase sperimentale, non siamo a campo vinto, e quando qualcuno dice “si deve usare per tutti” dice una solenne sciocchezza perché le terapie non nascono dal giorno alla notte, occorrono mesi di studi, e i risultati positivi iniziali non possono e non devono indurre trionfalismi eccessivi. Oggi anche AVIS nazionale ha consigliato prudenza, e mi pare che di sangue loro qualcosa sappiano.
Altro punto: “non ne parla nessuno perché il plasma non costa niente, basta che ci siano i donatori”. Questa affermazione raggiunge vette altissime di ignoranza medica, ma d’altra parte le lauree brevi su Internet hanno qualche pecca. Intanto ne parlano tutti, spesso a sproposito, poi che sia tutto gratis è proprio una cretinata. Vi invito, se volete, a capire quale sia il processo che si deve attuare per poter trasfondere plasma ad un paziente dopo aver prelevato il sangue da un altro e vedrete che di gratis non c’è proprio niente. Anzi, quel processo di depurazione e purificazione ha costi altissimi e forse è per questo che non c’è la “corsa” a questa sperimentazione. Personalmente, mentre plaudo agli scienziati che stanno lavorando su questo progetto, consiglio a tutti molta, moltissima prudenza su questo tema, soprattutto perché ingenerare false speranze in chi ha davvero bisogno è pericoloso e criminale.
Poi si rifanno vivi, dopo un po’ di silenzio, gli antivaccinisti e devo dire che un po’ mi mancava (non è vero) la sana discussione sui vaccini, chi li fa, a cosa servono, che roba c’è dentro, e bla bla bla. Se vi andate a vedere altri articoli che nel mio piccolo ho scritto già anni fa, vedrete cosa ne penso. Aggiungo solo che oggi, alla lista di prodotti di ogni tipo presenti nei vaccini, si è aggiunta la formaldeide. Vorrei chiedere a chi assicura che ci sia formaldeide nei vaccini, se ha la minima idea di cosa sia quel composto chimico. E sono sicuro che non lo sanno. Poi ripeto solo un dato: in Italia la spesa farmaceutica annua si aggira intorno ai 35 miliardi di euro, di cui i vaccini rappresentano circa il 1,5 % (400.000.0000 di euro): lo capite che il business non è lì?
Ma rimanendo sul tema devo anche criticare aspramente quei giornali che hanno messo in piedi una polemica davvero risibile sulla questione dello studio sui vaccini che sta facendo IRMB di Pomezia assieme all’università di Oxford. La faccio breve: questi fenomeni della comunicazione arrivano a dire che l’Italia si è fatta scippare il vaccino dagli inglesi di Astra Zeneca e che saremo “costretti a chiedere qualche dose al Governo inglese”. Fantastico, davvero. Astra Zeneca (ammesso che sia poi quella l’azienda che produrrà per davvero il vaccino) è sì una multinazionale inglese, ma in Italia mi pare abbia circa 600 dipendenti e noi non dovremo chiedere nulla al Governo inglese, ma il vaccino dovrà essere approvato da AIFA in Italia e poi sarà nel prontuario farmaceutico come tutti gli altri. Una polemica da sottoscala, davvero.
Per ultimo un assioma davvero fantastico: “visto che c’è la cura con il plasma, il vaccino non serve a niente”. Bene, io mi auguro che chi sostiene questa tesi a dir poco bislacca da domani guidi la sua auto ad occhi chiusi, tanto c’è il meccanico. Confondere cura con prevenzione è davvero demenziale, ma anche questo dovevo sentire.
Cambio argomento: domani NON è la fine del lockdown, io sono molto preoccupato per quello che leggo e sento in giro. Anche i TG (una delle massime sciagure italiche) stanno parlando di una riapertura che sa molto di “è tutto finito”, sbagliando clamorosamente la comunicazione, che dovrebbe essere il loro mestiere.
Al netto delle cretinate del nostro Governo, che ha partorito l’ennesimo DPCM confuso, impreciso e sbagliato, domani riaprono alcune attività che devono ripartire, perché occorre dare spazio all’economia del Paese, ma non c’è il via a tutto e tutti. Sarebbe pericoloso pensarla così, e anche molto: basta guardare quello che succede in altri Paesi, uno su tutti gli USA, per capire che non siamo ancora a campo vinto contro Sars-Cov-2 (la bestia si chiama così, Covid19 è la malattia). Domani 3 milioni di italiani torneranno al lavoro, perché è giusto così, ma non c’è proprio niente da festeggiare.
Però ci sono un paio di note che voglio condividere con voi, riguardo mascherine e guanti monouso.
Le mascherine: sapete ormai tutto sulle mascherine, sui diversi tipi, sui costi, le disponibilità, per cui non perdo e non vi faccio perdere altro tempo. Solo una cosa, che credo di aver già detto: le mascherine non sono un gioco, devono essere fatte in un certo modo, con materiali specifici, se ve le fate in casa con le lenzuola vecchie fate un errore madornale. NON è vero che “meglio di niente” perché potrebbe essere davvero dannoso usare dei tessuti non adatti, soprattuto perché potreste sentirvi al sicuro e invece non lo siete. Usate quelle che hanno il marchio CE, cercate di preferire le FPP2, che però sono scomode e non fanno respirare bene, in alternativa usate quelle chirurgiche ma state lontano dai vostri interlocutori. Fatelo, vi prego.
I guanti monouso: qui la questione è ancora più complessa. Uno studio francese (università della Sorbona) ieri e un appello dei Medici del Policlinico di Modena oggi, dicono che sarebbe meglio non usarli, e lo dicono perché la maggior parte di noi non sa come vanno usati i guanti. Personalmente consiglio i guanti se dovete toccare cosa non vostre (maniglie, sedili di autobus, carrelli della spesa….) ma il guanto deve poi essere tolto, perché sul materiale di cui è composto (nitrile o lattice che sia) si possono attaccare diversi patogeni, non solo Sars-Cov-2, per cui se li tenete addosso e non ve li togliete nel modo giusto rischiate di beccarvi qualcosa.
La soluzione migliore, in ogni caso, è sempre quella di lavarsi spesso le mani ed avere a disposizione gel o lozioni igienizzanti per le mani che possono anche essere usate sui guanti stessi: non ci sono altre soluzioni.
Mi dicono che ci siano degli ottimi tutorial di Barbara d’Urso (!!!!) che insegnano come lavarsi le mani, togliersi i guanti e altro: siamo alla frutta se dobbiamo affidarci alla d’Urso per questo, ma meglio di niente.
Finisco con una preghiera: i prossimi 15-20 giorni sono fondamentali per capire se stiamo arrivando al dunque o no. Vi scongiuro, siate prudenti, perché non è finito niente e dobbiamo essere tutti molto prudenti. Chi può resti a casa, chi non può esca ma limiti i propri spostamenti al minimo indispensabile, dimostrando più giudizio anche di chi dovrebbe dare il buon esempio e invece si sta comportando esattamente al contrario. Non vi faccio nomi, tanto li sapete.