(Immagine tratta da www.cadutisullavoro.blogspot.com)
La storia di oggi è davvero agghiacciante : quattro uomini muoiono tutti insieme nel vano tentativo di salvarsi a vicenda dopo essere caduti in una vasca di decantazione del liquame nel loro allevamento.
E con loro siamo a 491 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno 2o19.
Un numero spaventoso di incidenti (in realtà oggi morti sono stati sette), ma che non riesce comunque a smuovere le coscienze di chi ha la responsabilità delle leggi in tema di sicurezza, sulla loro reale applicabilità e poi sulla possibilità di rendere effettive misure concrete di tutela dei lavoratori.
Negli anno scorsi le morti sul lavoro avevano subito una lieve contrazione, qualcuno ne dava il merito alle leggi in vigore, altri all’aumentato senso di responsabilità dei datori di lavoro, altri alla semplice casualità. Nel 2018 e nel 2019 c’è una crescita considerevole di incidenti (non solo con decessi ma anche e soprattutto con feriti gravi) anche perché la selva di leggi, leggine, codicilli e balle varie rende davvero impossibile rispettare tutte le norme previste. Per farlo un imprenditore dovrebbe investire una quota consistente dei suoi profitti nella sicurezza, e quasi nessuno lo fa, anche perché ci sono poi i dipendenti che spesso non amano rispettare regole fatte per la loro sicurezza, almeno fino a quando non capita qualcosa di brutto.
Conosco abbastanza bene le norme di cui parlo e ne conosco anche la difficilissima applicabilità, ma conosco anche il mare di distanza tra le leggi e la realtà: in buona sostanza, si può e si deve fare di più.
La politica attuale, quella dei minestroni riscaldati (male) ha partorito 20-25 “punti” che paiono fatti apposta per parlare di nulla, ma in effetti nulla hanno puntualizzato o detto di fare sulla sicurezza nel luoghi di lavoro. E’ un tema delicato, capisco che per i voti non si guardi in faccia a nessuno, ma prima o poi toccherà farlo.
Poi ci sono le Autorità di Controllo che, spesso, non fanno controlli propositivi, ma solo ed unicamente controlli impositivi, solo per comminare ammende, al punto che verrebbe da pensare che hanno la percentuale. Ne conosco tanti, ho subito tante ispezioni e solo in casi davvero rari ho trovato interlocutori disposti al dialogo invece che al trovare qualcosa che non va, a tutti i costi.
Basta: sindacati, partiti, associazioni, congregazioni, movimenti dovrebbero iniziare a prendere sul serio la questione perché nel 2019 non si può sentire quel numero di morti sul lavoro. Quattrocentonuvantuno morti nel fare il loro lavoro: una mattanza senza senso.
Rivedere le norme, incentivare gli investimenti in sicurezza, facilitare l’accesso al credito e ai finanziamenti, sensibilizzare tutti sui temi del rischio e della sicurezza. Perché non è vero che “capita agli altri”, capita a chiunque, ed è comunque una cosa che dovrebbe essere tenuta in conto da tutti.
Finisco con una nota sulle quattro vittime com cui ho aperto: erano quattro immigrati indiani che avevano coronato il loro sogno di aprire un proprio allevamento di vacche qui in Italia. Perché qui da noi vengono solo quelli che non hanno voglia di fare niente e stanno qui a bighellonare in giro.
R.I.P