Bene, il primo turno elettorale è andato, come sempre hanno vinto tutti. No, questa volta Renzi (e credo sia la prima volta) ammette che “il PD si aspettava un risultato migliore da queste elezioni, soprattutto a Napoli”, e bisogna ammettere che almeno questa lucidità lui la dimostra: il risultato elettorale non è positivo, è inutile stare a girarci intorno.
Non essendo e non volendo essere un politologo (ce ne sono anche troppi in giro) mi permetto un po’ di considerazioni sparse su Roma che, nonostante tutto, è la Capitale, quindi il voto più significativo di questa tornata elettorale, l’ennesima.
Io francamente non ricordo esattamente quanti fossero i candidati Sindaco, mi sembra 14 e già questa mi pare una follia. Ma, tolti i commenti su quelli che mi piacerebbe sapere perché hanno speso denaro, tempo ed energie per arrivare sì e no al 2%, la lotta era da sempre tra Fassina, Giachetti, Raggi, Meloni e Marchini.
Fassina si autoelimina con una politica vecchia di almeno 40 anni e una capacità di bucare il video pari a quella di un muflone: non ha saputo convincere nemmeno i suoi adepti, ma anche se li avesse convinti tutti avrebbe preso davvero pochi voti. Gli faccio i complimenti solo per avere avuto il coraggio di schierarsi contro Sua Maestà Renzi.
Giachetti è uomo di partito, onesto (a detta di tutti, compagni di partito, avversari politici e anche di Buzzi e Carminati, forse la garanzia più importante), ha fatto secondo me una campagna elettorale intelligente e ben condotta, ma paga lo scotto dell’affaire Marino, dove il PD ha perso tutto, non solo la faccia. Ed è vero quello che ha detto Renzi: con quello che è successo, avere perso “solo” qualche centinaio di migliaia di voti a Roma è un miracolo, essere arrivati al ballottaggio appare addirittura un miraggio riuscito.
Meloni, che ha sfiorato il miracolo del ballottaggio, secondo me ha sbagliato l’alleanza con Salvini, perché i Romani, popolo indolente ma molto attento a quello che si dice in giro, non ha dimenticato le belle parole di Salvini e dei suoi accoliti su Roma ladrona, “il pedaggio lo dovete pagare”, “Roma è un letamaio”, “I romani non fanno un cazzo”, e via di questo passo, E che una romana DOC come lei abbia accettato di allearsi con questo padano poco incline alla romanità non è stata una buona scelta, almeno secondo me.
Marchini meriterebbe un libro intero a parte, quello che è riuscito a combinare in questa sciagurata campagna elettorale è talmente noto a tutti che non c’è bisogno di dire altro, e sarebbe bene che tacesse anche lui, perché dicendo che “i romani non hanno capito il nostro progetto”, si lascia andare una zappata terrificante sui piedi, quelli che invece gli servono per guidare la Ferrari. A proposito, avrà capito che non c’è nulla di male ad avere una Ferrari e che il suo gesto sul raccordo è stato pesante come scivolare su un casco di banane intero?
Raggi: da sola ha raccolto 453.000 voti, più della metà di tutti gli altri candidati messi assieme, che ne hanno raccolti in totale 830.000. 1 contro 13, un risultato che non si può discutere, almeno dal punto di vista numerico. E questa volta i detrattori della Raggi non potranno nemmeno parlare di assenteismo, perché comunque non c’è stato il paventato crollo del voto: nonostante la pessima scelta della data, i romani sono andati alle urne.
Adesso inizia la battaglia per il ballottaggio, che a me pare piuttosto inutile: se Meloni e i suoi sosterranno la Raggi (come pare abbiano detto nei giorni scorsi), il destino di Giachetti è segnato, così come il nostro destino di cittadini romani. Io spero solo che escano idee migliori di quelle che ho sentito finora.
Vedremo.