Ci risiamo, ammesso che siamo mai usciti da questa pandemia.
Ci risiamo per molte ragioni, alcune prevedibili e previste a suo tempo, altre meno evidenti ma che ci hanno fatto compagnia nei mesi scorsi.
Prima di tutto, le pandemie in genere si comportano così: una prima ondata molto invasiva, poi un periodo di relativa calma, poi una seconda ondata magari più breve ma molto più pericolosa, poi un’altra pausa e forse una terza ondata, quasi sempre meno aggressiva. Poi il virus semplicemente sparisce o, meglio, rimane ma noi intanto abbiamo imparato a difenderci.
Credetemi, in questi mesi avrei voluto tante volte scrivere, perché è successo davvero di tutto, ma spesso la stanchezza e la percezione dell’inutilità delle parole mi ha consigliato di non perdere tempo, tanto per quei pochi che mi leggono….
Ma la mia memoria lavora, incamera e ad un certo punto mi costringe a dire quello che penso.
E’ chiaro che sul primo punto, cioè l’andamento ciclico delle pandemie possiamo fare poco: è il virus che decide, mica noi. Quello che possiamo fare (o che avremmo dovuto fare) era alzare le difese, migliorare la qualità del nostro sistema sanitario nazionale, rivedere i piani sanitari regionali, migliorare la medicina di territorio e altre cose come queste. Lo abbiamo fatto? Non proprio, perché in alcune zone del Paese lo si è fatto, in altre meno o per nulla. Il tutto, ovviamente, deciso e condotto dalla politica, una delle più grandi iatture che si possano vedere al mondo. Tutti (o quasi) hanno criticato ferocemente il Governo perché “avrebbe dovuto fare di più”, senza ovviamente dire cosa, come e dove, spesso criticando ogni possibile scelta fatta. Ma davvero pensate che altri avrebbero fatto meglio di questi? Davvero pensate che chi in estate arringava le folle senza mascherine, rifiutava di portarla in pubblico e diceva che “è tutto finito”, potesse fare di meglio? Ma ve le siete già scordate le foto? Davvero avete la memoria così corta da non ricordare il penoso convegno alla Camera dei Deputati con De Marchi e Cunial? Sul serio?
Questo ha determinato la possibilità per chi voleva portare avanti tesi strampalate (Clorochina, plasma iperimmune, immunità di gregge…) di rendere queste cose credibili agli occhi di tanti, ovviamente con frasi ad effetto ma senza nessuna dimostrazione scientifica di nulla. Anzi, sostenendo che ci sarebbe una sorta di “cupola” della sanità che non vuole portare avanti le cure miracolose di personaggi da operetta. Bravi, benissimo, avanti così.
Poi ci sono quelli che, solo per farsi notare, perché non ci possono essere altri motivi, parlano di “fine della pandemia”, di “pronto soccorso vuoti”, salvo poi tacere quando invece le cose si dimostrano molto ma molto diverse da così. Bravi anche questi, ne ho uno in mente in particolare che prima o poi scenderà in politica e lo farà con il partito di quelli di cui sopra, vedrete di quanto mi sbaglio.
E naturalmente, siamo passati dagli Osanna agli operatori sanitari alle minacce, agli assalti agli ospedali, perché un colpevole ci deve essere, ci deve essere qualcuno di cui sparlare, su cui lanciare accuse spesso pesantissime, magari occupando le bianche poltrone della TV che ha dato visibilità anche a quella cialtrona siciliana (non ricordo il nome e non lo voglio nemmeno sapere) che ci ha fatto un video sul Covid, che ha addirittura un agente (!!) e che, giustamente, qualcuno ha convocato in Procura a rispondere delle sue cretinate. Io sarei stato più cattivo, ma le badilate nei denti mi dicono che non si usano nemmeno in Iran, per cui niente.
Tra questi ci sono poi quelli che dicono “Eh, ma qui ogni virologo dice la sua, non si capisce niente”: ma chi vi ha detto che la medicina è una scienza esatta? Ci sono pareri diversi, ma alcuni sono sostenuti da fatti e dati scientifici, altri no. La differenza è tutta qui. Poi se volete credere a chi si autonomina candidato al Nobel guardandosi bene dal dire per quale lavoro scientifico lo sarebbe stato, il problema siete voi.
Abbiamo passato l’estate con chi “doveva” andare in discoteca perché altrimenti non si vive, con quelli che hanno falsificato il proprio stato di salute per tornare dalla Sardegna, quelli che dall’alto delle loro ville in Costa o in Kenia hanno pontificato su tutto, salvo poi correre al San Raffaele quando hanno avuto bisogno, e adesso zitti come paracarri.
E’ facile criticare, molto più difficile proporre.
Ma anche adesso, in questi giorni, sento e vedo cose davvero senza senso, e allora mi scappa il commento sotto un post di una cara amica che dice “Non voglio andare in lockdown per colpa degli imbecilli che non rispettano le norme di sicurezza”, e io scrivo “Siamo un paese immaturo, il rispetto delle regole è un concetto lontano dal nostro sistema di vita, cerchiamo scappatoie, furbate, ricorsi e altro senza pensare che la mia libertà di fare il furbo finisce quando lede i diritti degli altri, a partire dal diritto alla salute. Sono incazzato nero” ed è vero, sono incazzato nero ma sul serio.
Perché non è possibile che, con quello che succede, ci sia la necessità di “fare un giro in centro prima che ci chiudano”: ma cosa siete, pecore? Arrivano immagini davvero senza senso da Bari, Roma, Milano, Catania, Torino, Modena stessa, di gente che DEVE fare un giro prima che scatti il meccanismo di tutela delle zone con i diversi colori (A proposito, ma avete capito che creare queste zone era l’unico modo per non chiudere tutto subito? ). E allora, se il governo chiude i bar alle 18, noi facciamo l’aperitivo alle 15. Bravi, no ma bravi sul serio. Ovvio che chi ha un bar o un ristorante sia contento, ma ci sarebbe da tenere conto del fatto che le chiusure sono fatte per limitare i danni, non per anticiparli di qualche ora.
Ovviamente ci vorrebbe anche un Governo (che non c’è) in grado di sostenere economicamente chi non può lavorare, soprattutto dopo che li hai messi nell condizioni di spendere fiumi di denaro per le paratie in plexiglass, i disinfettanti, le mascherine, e hai detto di ridurre i posti a tavola. Credetemi, le misure di questo ultimo DPCM mi rimangono abbastanza oscure, ma non mi rimane oscuro che se non siamo noi a porci dei limiti non c’è governo che tenga. E noi non ci stiamo ponendo limiti, nemmeno alla stupidità.
Basta con chi nega l’evidenza, con chi sostiene che “comunque dobbiamo uscire”, con chi pensa di curarsi con le vitamine (fate solo ricchi chi vende integratori), basta con questa menata della “limitazione della libertà”, basta con queste interpretazioni delle leggi (me le aspetto da domani) di chi vorrà trovare il modo per evitare i controlli e non vorrà produrre l’autocertificazione. Io ne ho già quattro copie pronte in macchina, se mi fermano ci metto cinque minuti e non rompo le scatole a nessuno, tantomeno alle Forze dell’Ordine.
Sarà durissima sia per gli aspetti medici che per gli aspetti economici, ma ancora una volta stiamo dimostrando una vera “immaturità di gregge” che mi spaventa e mi preoccupa non poco.
Il deserto di cui parlo nel titolo è quello delle menti che invece di rispettare le regole e di usare il buon senso, si inventano sempre e solo modi per sembrare più furbi degli altri. No, non siete più furbi, fate solo danni e sarebbe ora di smetterla.
Io resto a casa e no, non andrà tutto bene.