Non vi spaventate, perché quella roba lì che c’è nel titolo è un miracolo.
Il 2-({4-[(7-clorochinolin-4-il)ammino]pentil}(etil)ammino)etan-1-olo è un prodotto della maledetta Big Pharma, nato per la cura della malaria, e oggi prodotto da parecchie aziende, anche se la più nota si chiama Sanofi, società multinazionale a capitale francese (Maledetto Macron), che impiega circa 100.000 persone, ha 75 stabilimenti nel mondo e investe ogni anno circa 6 miliardi di euro in ricerca e sviluppo sui 36 di fatturato annuo.
Oggi è indicato per il trattamento dell’artrite reumatoide in fase attiva e cronica e nel lupus eritematoso discoide e disseminato e nella popolazione pediatrica è indicato per il trattamento dell’artrite idiopatica giovanile (in terapia d’associazione), e per il lupus sistemico eritematoso e discoide.
I maledetti francesi da anni, molti anni producono 2-({4-[(7-clorochinolin-4-il)ammino]pentil}(etil)ammino)etan-1-olo, composto noto dal 1955.
Bene, come tutti i farmaci, anche 2-({4-[(7-clorochinolin-4-il)ammino]pentil}(etil)ammino)etan-1-olo presenta effetti collaterali e indesiderati ben descritti in letteratura, ma basterebbe guardare il foglietto illustrativo per rendersi conto che ci sono effetti indesiderati e/o collaterali, che per la cronaca non sono la stessa cosa. A questo indirizzo https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_008055_013967_FI.pdf&sys=m0b1l3 trovate tutte le informazioni necessarie per capire meglio di cosa stiamo parlando.
Questo farmaco è stato portato agli onori delle cronache durante la prima fase della pandemia da Sars-Cov-2 perché qualcuno si è inventato (è il caso di dirlo) che questo farmaco sarebbe una specie di toccasana anche per la pandemia in corso, ovviamente senza che vi siano stati studi sufficienti a determinare una verità scientifica così importante.
Anzi, nelle scorse settimane, la maledetta Autorità regolatoria del Farmaco, quella al soldo di Big Pharma, ha detto molto chiaramente che non ci sono osservazioni scientifiche che comprovino l’efficacia del farmaco sulla malattia, se non una “possibile” azione sui casi meno gravi, ma sempre prestando molta attenzione agli effetti collaterali e indesiderati. Nel report di cui vi allego il link c’è tutto quello che la maledetta autorità del farmaco sostiene in merito:
https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_008055_013967_FI.pdf&sys=m0b1l3
Se avete voglia, leggete con attenzione quanto c’è scritto per capire (forse) qualcosa di più.
Ieri il Consiglio di Stato, notoriamente pieno di medici e farmacologi, ha determinato che “Non compete a questo Consiglio valutare e men che mai decretare l’efficacia terapeutica dell’idrossiclorochina nel contrasto al Sars-Cov-2 in una fase iniziale della malattia, proprio per i limiti connaturati al suo sindacato giurisdizionale, ma questo Consiglio ha il dovere di rilevare che la perdurante incertezza circa la sua efficacia terapeutica, ammessa dalla stessa Aifa a giustificazione dell’ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati, non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l’irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale da parte dei medici curanti in base ad una conclusione – la totale definitiva inefficacia del farmaco sotto ogni aspetto, anche immunomodulatorio – che, allo stato delle conoscenze e della ricerche tuttora parziali e provvisorie, sembra radicale e prematura già a livello scientifico”
Questo nonostante praticamente tutte le autorità regolatorie del mondo (perlomeno quelle più serie) abbiano da tempo detto e scritto che l’uso di quel farmaco per la cura di Sars-Cov-” è da ritenersi sconsigliato perché non vi sono ragionevoli dimostrazioni scientifiche della sua efficacia, mentre di contro ci sono molte ragioni per temere gli effetti collaterali ed indesiderati.
La stessa Sanofi pubblica un comunicato in cui raccomanda attenzione all’uso di quel farmaco:
https://www.sanofi.it/it/mediaroom/news/Idrossiclorochina
e mi pare ovvio che gli se gli squali farmaceutici scrivono queste cose è perché i rischi sono alti, troppo alti per non dire nulla, nonostante un poderoso aumento del fatturato (+6,9% nel primo trimestre 2020) in buona parte dovuto proprio a quella roba lì.
Poi ci sono stati e ci sono i fenomeni che pensano che “tanto io ti frego, lo compro in Svizzera, che costa anche meno”, e ci facciamo ridere dietro anche dagli esperti di cioccolato e mucche, che scrivono un articolo che dimostra come si sia trattato solo del solito urlo sui social, anche perché (meraviglia delle meraviglie) anche in Svizzera ci vuole la ricetta!!
https://www.tvsvizzera.it/tvs/farmacie-ticinesi_l-idrossiclorochina-non-si-vende-come-caramelle/46053082
Quindi, la spinta mediatica che c’è stata e che adesso torna in auge con la splendida sentenza del Consiglio di Stato ha provocato alcune conseguenze:
- gli utilizzatori del farmaco per dosaggi a lunga durata per malattie autoimmuni o simili si sono trovati con una certa scarsità di farmaco reperibile in farmacia
- i produttori di quel farmaco, sia esso generico o no, hanno visto aumentate le proprie vendite e i propri profitti senza un reale nesso causa-effetto tra Sars-Cov-2 e farmaco
- sono aumentate in modo esponenziale le vendite on line di prodotto sui canali nei quali io non comprerei nemmeno un cerotto
- abbiamo fatto la figura da peracottari con i nostri confinanti (mica solo svizzeri, perché cose simili sono arrivate da Austria, Slovenia e Francia)
- non abbiamo per ora dati certi sugli effetti collaterali che possono essersi verificati per un uso scorretto del farmaco.
Vedete, non basta dire che “funziona” perché funzioni sul serio; per dimostrare le capacità terapeutiche di un farmaco e per poter statisticamente dimostrare il basso livello di rischio associato al suo uso, occorre tempo, sperimentazione, e studi molto approfonditi, cose che non ci sono state per questo uso cosiddetto off-label.
Su quest’ultima cosa vorrei dire un paio di cose piuttosto importanti, soprattutto per chi pensa che prescrivere un farmaco sia come mangiare una caramella.
Il 2-({4-[(7-clorochinolin-4-il)ammino]pentil}(etil)ammino)etan-1-olo è un farmaco per il quale vige l’obbligo di ricetta medica e la cui assunzione deve essere strettamente controllata dal medico prescrittore, e a me basterebbe questo per capire che non può essere assunto così, alla W il parroco, ma che se si deve fare così è proprio perché non stiamo parlando di una mentina e nemmeno di un farmaco salvatutti. Ma i medici sanno molto bene che la prescrizione medica di un farmaco deve essere strettamente attinente alle indicazioni e alla posologia descritte dal produttore e approvate dalle Autorità regolatorie, soprattutto per i farmaci con obbligo di prescrizione.
Secondo il diritto vigente: ” L’attività curativa del medico è, reputata oggi pienamente legittima soltanto qualora il medicinale sia stato preventivamente autorizzato dall’autorità regolatoria per le medesime modalità di somministrazione, dosaggi o indicazioni terapeutiche per le quali è effettivamente prescritto al paziente.” e nel Decreto Legge del 21.10.1996, N. 536, convertito in legge N° 648 del 23.12.1996, vengono descritti in modo abbastanza chiaro i termini in base ai quali sia possibile, per un medico, prescrivere un farmaco per usi diversi da quelli descritti e quindi opportunamente studiati.
art. 1, comma 4
“…qualora non esista valida alternativa terapeutica, sono erogabili a totale carico del SSN …i medicinali innovativi la cui commercializzazione è autorizzata in altri Stati ma non sul territorio nazionale, i medicinali non ancora autorizzati ma sottoposti a sperimentazione clinica e i medicinali da impiegare per un’indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata, inseriti in apposito elenco predisposto e periodicamente aggiornato dalla Commissione Unica del Farmaco…” (C.U.F.) ”… conformemente alle procedure ed ai criteri adottati dalla stessa…”.
Per poter seguire questa strada i farmaci in questione devono:
Essere medicinali innovativi la cui commercializzazione è autorizzata all’estero e non sul territorio nazionale.
Devono essere medicinali sottoposti a sperimentazione clinica.
Devono essere medicinali da impiegare per un’indicazione terapeutica diversa rispetto a quella autorizzata.
La legge impone uno stretto monitoraggio del paziente, a carico del medico prescrittore, in caso di somministrazione off-label di un qualsiasi farmaco e mi pare noioso dover ripetere il perché.
Bene, il 2-({4-[(7-clorochinolin-4-il)ammino]pentil}(etil)ammino)etan-1-olo non ha nessuna delle suddette caratteristiche, quindi chi lo prescrive lo fa a suo rischio e pericolo, così come a proprio rischio e pericolo viene assunto da qualcuno. Il punto non è però se sia vietato o meno, ma se abbia senso gridare allo scandalo perché l’Autorità regolatoria usa prudenza: è il suo mestiere. E io sono contento di poter dire che le Autorità Regolatorie Italiane sono ritenute tra le più severe ed efficaci al mondo, checché ne dicano gli espertoni da divano che stanno popolando il web da molti mesi.
In più vi dico, per l’ennesima volta, che contrapporre un farmaco ad un vaccino è come dire ” guido a occhi chiusi, tanto se rovino la macchina c’è l’assicurazione”; è assolutamente sbagliato, è un modo di pensare del tutto fuori luogo, davvero pericoloso perché io preferisco prevenire piuttosto che curare e mi pare talmente ovvio che è quasi sorprendente doverlo dire. Un farmaco, qualsiasi farmaco, può avere effetti collaterali ed indesiderati, che sono quasi sempre in relazione al paziente e alla patologia, per cui gridare al miracolo è senza senso: ci sono in corso nel mondo studi per verificare l’efficacia del 2-({4-[(7-clorochinolin-4-il)ammino]pentil}(etil)ammino)etan-1-olo su Sars-Cov-2, ma siamo ancora lontani da una reale affermazione scientifica (perché quella conta, il resto sono parole al vento), Basta con questa storia dei complotti di Big Pharma che vengono scoperti da chi nulla sa di medicina o di farmacologia. Io non mi permetto di definire ladri o malfattori altri professionisti, trovo che sia delirante; mi spiace, ma per parlare con competenza di questi temi non basta leggere quattro boiate su Internet o riferire l’esperienza “del cugino della moglie del mio barista che ha un amico che fa l’infermiere”. Fermatevi, vi prego e lasciate parlare chi è competente.
Ne guadagneremmo tutti, anche voi.
PS: quella roba strana che ho scritto più volte è solo il nome IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry), della molecola miracolosa.